Ciao, sono Alessia

Soffro della sindrome dell’intestino irritabile da quando ero piccola. Vivevo in Sicilia e ai tempi la chiamavano più sovente “colite spastica”.  Ricordo bene le corse dalla scuola al pronto soccorso con i miei genitori e la paura che si trattasse di appendicite! E invece era sempre il colon.

Ho convissuto col problema tra alti e bassi per anni senza sapere bene da cosa fosse causato. Finché durante l’adolescenza, in concomitanza alla separazione dei miei genitori, i sintomi si sono acuiti sempre di più.

Nel 2006 mi trasferisco dalla Sicilia in Piemonte. Mi iscrivo a lingue orientali e dopo pochi mesi divento vegetariana. Inizio anche una relazione tossica che si trascinerà per qualche anno.

Tutti questi cambiamenti contribuiscono lentamente a peggiorare la mia salute gastrointestinale e a ciò si aggiunge l’ipotiroidismo.

Finalmente mi decido a mettere fine alla relazione tossica e parto per l’India per studio. Ci rimango due mesi. Ho solo 23 anni e mi sento libera, potente, il mondo è ai miei piedi. Quell’anno viaggio molto. Da sola. Incoscientemente e pazzamente sola. Prima l’India poi il Nord Africa.

Nonostante acqua e cibi diversi sento di star bene. Ogni tassello sembra essere al suo posto.

Sembra. Perché ogni problema, ogni tensione si scatena lì. Sempre sul basso ventre.

Ogni esame all’università prevede che prima mi chiuda in bagno per scaricare l’adrenalina nel gabinetto più vicino. Per fortuna il mio carattere mi porta ad accettare, mettere un punto a capo e andare avanti.

Anche col primo lavoro fuori casa è così. Le tensioni trovano una sola via di uscita.

Decido di ricominciare a mangiare il pesce. I legumi cominciano a darmi troppo fastidio anche in piccolissime dosi e non riesco a trovare una quadra.

Nel 2017, ho una forte ricaduta. Arrivo a non sapere più cosa mangiare. Sembra che qualsiasi cosa mi faccia male. Disperata, decido di rivolgermi a una nutrizionista. La santa donna mi parla per la prima volta della possibilità di seguire una dieta a basso contenuto di FODMAP.

La svolta.

Quando mi è stato consigliato di seguire una dieta low FODMAP da una parte ero eccitata di iniziare un percorso che avrebbe potuto finalmente dare una svolta alla mia vita e mi avrebbe fatto star meglio ma poi è subentrato un senso di confusione e frustrazione.

Avevo un piano alimentare da seguire ma non ero autonoma, dovevo continuamente confrontarmi di volta in volta con la mia nutrizionista per capire come affrontare certi alimenti, continuavo a fare errori perché non capivo bene cosa fossero i FODMAP e dove si trovassero. E non riuscendo a mettere a fuoco quello che per me era il nemico, chiaramente continuavo a brancolare nel buio…

Ma non potevo mollare. Ho cominciato a leggere e studiare. Ho scoperto l’esistenza dell’app FODMAP e del sito della Monash University, ho comprato libri sulla dieta low FODMAP e sull’alimentazione funzionale e messo insieme pian piano tutti i tasselli che su di me sembravano proprio funzionare.

Seguo nuovamente il percorso. Stavolta da sola. Capisco finalmente cosa mi faccia davvero male e come poter vivere una vita normale senza inutili rinunce. Non ho più paura del cibo.

Nel 2021 apro la mia pagina su Instagram. “Cucina Low FODMAP”.

L’ho sempre immaginato così il suo nome. Come un consiglio: “Hai l’intestino irritabile? Allora cucina Low FODMAP!”.

Ho cominciato a pubblicare inizialmente foto dei miei pasti (all’inizio, devo dirlo, molto brutte!), in seguito ho cominciato a registrare brevi video con consigli per chi si trovava all’inizio del percorso e non avrebbe saputo dove sbattere la testa. Un po’ come la me di pochi anni prima.

All’inizio ovviamente non ero così preparata come lo sono oggi.

La responsabilità di avere un blog seguito da persone col mio stesso problema mi ha spinto a migliorarmi sempre di più.

Ho sempre cercato di informarmi moltissimo, seguo tutt’ora tantissimi webinar e seminari, anche a pagamento, leggo libri, e studio continuamente!

Facendo alcuni post e studiando la dieta low FODMAP mi accorgo che alcuni alimenti ad alto contenuto di FODMAP sono citati anche nell’antica tradizione induista come rajasici, che possono causare turbamento e irritabilità. Nel 2023 la mia curiosità mi spinge a unire la passione per la nutrizione ai miei studi accademici sull’India e inizio uno studio approfondito sull’Ayurveda. L’antica medicina tradizionale indiana.

È stato come trovare finalmente l’anello di congiunzione tra la me studentessa di qualche anno prima che viaggiava da sola e la me di adesso con la testa sulle spalle e un intestino tendenzialmente incazzato.

A inizio 2024 ottengo così un certificato come Operatrice Alimentare Ayurvedica.

Ed eccoci ad oggi.

Adesso sto molto meglio.  Ho imparato a conoscermi, ad ascoltarmi e ad accettare il funzionamento del mio corpo ma anche a gestire i sintomi quando occorrono.

È per questo che ho deciso di mettere al servizio di chi ne ha bisogno tutta la mia esperienza e le mie conoscenze. Perché nessun altro debba metterci anni a trovare la sua strada. Perché io so come ci si sente a non essere capiti, a non essere ascoltati. So esattamente cosa voglia dire scorgere un sorriso superficiale da un medico che sminuisce i propri sintomi relegandone la causa a un po’ di stress.

Ho alcuni progetti in mente al momento. Ma mentre ci lavoro ho deciso di dedicare un po’ del mio tempo libero alla divulgazione e alle consulenze online.

Se continuerai a seguirmi te ne accorgerai: Cucina low FODMAP non è soltanto un blog. 

È una comunità di donne (e anche qualche uomo!) che non vogliono rassegnarsi ma sono determinate a prendersi cura del proprio intestino.

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Questo meraviglioso gruppo non è solo un insieme di follower: è una famiglia che cresce insieme, si supporta e si incoraggia a vicenda nel cammino verso il benessere intestinale.

Grazie a questa community, ogni giorno mi sento più motivata a continuare e ad espandere il mio impegno per offrire aiuto e ispirazione a chiunque si affacci al mondo Low FODMAP!

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